MasterChef 14: concorrenti e interviste aspettando finale e vincitore – MasterChef Italia 2025

MasterChef 14 – Anche per questa edizione il nostro racconto; le anticipazioni e poi il racconto delle singole puntate mentre iniziano per i concorrenti le prime eliminazioni. Poi le nostre interviste esclusive ai concorrenti di questa edizione 2025 di MasterChef Italia – Un articolo La Terra del Gusto blog magazine

Aggiornato il 29 dicembre 2024

Masterchef 14 è iniziato il 12 dicembre ed è entrato subito nel vivo. Dopo le selezioni dei concorrenti da far accedere nella MasterClass 2025 da parte dei giudici coadiuvati dalla chef Chiara Pavan per i concorrenti iniziano le prime eliminazioni.

I primi concorrenti ad essere eliminati nella serata del 26 dicembre a MasterChef 14 sono Simone Bazzali e Claudio Ciraci.

MasterChef 14: Tutte le news che vedremo a MasterChef 2025

MasterChef 14 i concorrenti della edizione 2025 di MasterChef Italia

Concorrenti e interviste a  MASTERCHEF 14 edizione 2025

MasterChef Italia, cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, è tutti i giovedì in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, sempre disponibile on demand

MasterChef 14 concorrenti e interviste  link intervista in arancione

Alessia Scita
Anna Yi Lan Zhang
Claudio Ciraci – eliminato
Franco Della Bella
Gaetano Di Trapani
Gianni Marino
Giulio Valtriani
Ilaria Di Lelio
Jacopo Jack Canevali
Katia Bassolino
Laura Tampellini
Linda Mirabella
Martina Buriani
Mary Cuzzupè
Simone Bazzali – eliminato
Simone Grazioso
Alireza Reza Djebbelly
Samuele Uva
Pino Iacobbe – riserva
Sara Ferretti – riserva

Alessia Scita – Parma cameriera 21 anni

Alessia Scita vive a Parma con la madre Maria e la sua amatissima gatta Bella. Ha perso il papà quando aveva solo 8 anni. «Volevo fare l’alberghiero – racconta – ma era distante e la situazione in famiglia non era facile, quindi su consiglio di una professoressa delle medie ho fatto un corso di estetica». A 18 anni sceglie di lasciare tutto e partire, va a Roma, sulle Dolomiti, a Milano, a Parigi.

È consapevole della sua bellezza: «Andavo ogni weekend dalla nonna paterna, cucinavo con lei e mi diceva sempre “Un giorno sarai una Miss’’», dice. Così decide di partecipare ai concorsi di bellezza: «Il primo anno è stato un disastro, ero sempre ultima, poi sono migliorata, ora sono Miss Faenza e Pianoro 2023. Voglio arrivare alle selezioni tv di Miss Italia, ma prima devo diventare miss Parma».

Ama la cucina fin da quando era bambina, soprattutto quella tradizionale emiliana. Ha imparato tanto proprio dalla nonna: «La cucina è il mio rifugio di benessere – racconta – mi vergogno a postare sui social qualcosa che non sia perfetto ma cucinare mi fa stare veramente bene». Conosce alternative alle classiche ricette e si reputa brava a lavorare la pasta fresca: «Beh, sono di Parma!».

Alessia Scita sogna di diventare chef, è convintissima del suo obiettivo e per questo MasterChef Italia potrebbe essere il giusto trampolino di lancio: «Sto studiando cucina, ma voglio fare di più: devo imparare bene la tradizione per potermi permettere di rivisitarla o sperimentare. Sono convinta di quello che voglio fare e lo raggiungerò».

Anna Yi Lan Zhang – Nata a Milano vive a Venezia 32 anni consulente di moda

«Anna prima mi piaceva di più anche per un discorso di facilità di integrazione, adesso ho fatto inserire anche il nome cinese perché la mia cultura mi ha arricchita». Si presenta così Anna Yi Lan: nata a Milano (i suoi genitori sono emigrati dalla Cina per avere un’altra figlia perché lì c’era la “legge del figlio unico”), si trasferisce in Veneto quando è piccolissima ma dopo le superiori torna a Milano per iniziare un percorso nella comunicazione della moda. Inizia a lavorare come come sales manager in boutique di lusso ma si rende conto di non essere del tutto appagata perché, dice, «il mondo della moda non parlava la mia stessa lingua dell’amore»: così, durante il lockdown, legge libri di autori cinesi che la ricollegano con le sue radici, quindi prende coraggio e si licenzia. Ad oggi lavora saltuariamente come modella ma ha in testa l’immagine di «una grande tavolata costituita da persone provenienti da culture diverse che mangiano lo stesso cibo in armonia: io vorrei essere l’artefice di questo banchetto». Sostiene di vivere di amore e di innamorarsi delle persone.

Anna cucina da sempre: ha imparato dalla madre tutto quello che c’è da sapere sulla cucina orientale, quella europea invece l’ha studiata. Ritiene di avere capacità di leadership che a volte la portano anche a prevaricare sugli altri, è competitiva ma le piace essere chiara perché «se vinci facendo scorrettezze non hai la stessa soddisfazione». Sulla sua partecipazione a MasterChef Italia racconta: «Mi sono vista più volte con i coriandoli che cadono su di me nello studio».

Se vincesse vorrebbe continuare a studiare la cucina e aprire un suo ristorante nel rispetto degli sprechi. L’obiettivo? La stella verde Michelin.

Claudio Ciraci – San Michele Salentino (Brindisi) 33 anni titolare di un centro revisioni

Claudio mette la sua Puglia prima di ogni cosa. Nato e cresciuto a San Michele Salentino, piccolo paese in provincia di Brindisi, ricorda un’infanzia e un’adolescenza felici: «Da bambino ho sempre pensato al divertimento – racconta – Il diploma l’ho preso con un calcio nel sedere perché sapevo di avere già un lavoro, quello di mio padre».

Si descrive come «un ragazzo fortunato, emotivo, impaziente e “lamentone”: mi lamento per ogni cosa, anche se ho avuto la strada facilitata. Sono sensibile (anche troppo…)». La sua emotività può diventare ansia? «Può capitare – dice – ma so gestirla bene».

A 20 anni entra in società con lo zio e rileva l’autorimessa del padre, oggi gestisce il centro revisioni di famiglia: «Non è un bel lavoro – dice – la gente da noi deve sborsare soldi perché è obbligata. Vuoi mettere avere un ristorante? Pagano, sì, ma per qualcosa che li rende felici».

Claudio è un ragazzo gioioso e ilare ma quando parla di cucina diventa serio, pignolo e preciso, si percepisce l’impegno che ci mette. La cucina, infatti, è una delle sue passioni «insieme alla musica rock punk (avevo anche una band), allo sport e alla caccia». Autodidatta, cucina da circa 8 anni ma, svela, «non voglio essere paraculo: in realtà io mi sono avvinato alla cucina grazie a MasterChef Italia… e alla nonnina mia, ovviamente». Proprio il pensiero della nonna, venuta a mancare pochi anni fa, è la cosa che lo fa emozionare di più.

Descrive il suo modo di cucinare come «tradizionale pugliese, ma alla ricerca di nuovi sapori e abbinamenti». Iscritto da sorella e fidanzata, ha deciso di provarci perché, dice, «ho bisogno di uno scossone».

Franco Della Bella – nato a Verona vive a Milano 43 anni direttore marketing

Nato in una benestante famiglia veronese con quattro figli, Franco Della Bella racconta di una vita non semplice a causa alla prematura scomparsa di una sorella: un lutto che ha inevitabilmente cambiato tutti gli equilibri. Andando bene a scuola, si è trasformato presto – dice – nel «bravo figlio unico, ero ancora belloccio ma inconsapevole».

Con l’università tutto cambia: si trasferisce a Milano, diventa «quello coinvolgente e fantasioso». Come viaggio di laurea parte da solo, verso il sud-est asiatico e qui «mi riscopro definitivamente». Proprio i suoi viaggi rappresentano il suo modo di esprimersi: conosce ingredienti di varie culture grazie ai quali può organizzare cene a tema al suo ritorno (ama aprire le porte di casa e ricevere complimenti).

È un marketing manager, ha una carriera fin qui soddisfacente ma ha il sogno di trasformare il suo piano B, ovvero la cucina, in un piano A: vorrebbe acquistare un casale in campagna (magari all’interno del parco di Portofino) per accogliere i commensali e cucinare con loro. MasterChef Italia sarebbe un acceleratore per questo progetto. Ha voglia di mettersi in gioco, sostiene di saper capire i desideri delle persone e che «le critiche rappresentano una sfida a fare di più».

La cucina è anche l’elemento che unisce Franco all’attuale fidanzato Giuseppe: essendosi dati il primo bacio proprio nei giorni in cui si iniziava a parlare di Covid, hanno “viaggiato” per le cucine del mondo durante il lockdown, scegliendo un Paese a caso ogni giorno e cucinando qualcosa di tipico. Questa esperienza ha permesso loro di entrare in una profonda intimità: ora convivono da due anni anche se, scherza Franco, «siamo opposti».

Gaetani Di Trapani – nato a Palermo vive a Milano 19 anni studente

Gaetano Di Trapani è un ragazzo molto maturo. Nato e cresciuto a Palermo, racconta di un’adolescenza «insolita» rispetto all’immaginario «popolareggiante della Sicilia del tempo». Gli insegnamenti classici impartiti dalla madre insegnante lo hanno portato a scegliere «senza dubbi» il Liceo Classico, dove si è diplomato con 100 e lode: «Sono secchione in tutto e per tutto, ma in senso bello. Essere un secchione per me significa applicarti – dice – E se ti applichi ottieni risultati».

La figura materna è centrale: «Mamma Paola è una donna incredibile – racconta – Emancipata, era l’unica donna di casa ad aver studiato. È laureata in Lettere Antiche è questo fa sì che quasi sia professoressa prima che mamma. Ha sempre preteso molto e ancora oggi pretende molto da me». Dopo il diploma si è iscritto alla facoltà di Economia a Milano, città in cui, dice, «in qualche modo sono rinato». Racconta di aver sofferto di problemi alimentari: prima era sovrappeso, poi all’opposto ha «provato estrema difficoltà a mangiare, e mi sono fatto “secco secco”». Supporto familiare, dietologo e sport lo hanno portato a raggiungere un equilibrio che oggi mantiene.

La cucina è una passione: «Quando ero piccolo volevo il menù dei grandi, non quello dei bambini. Anche qui esce il lato secchione: quando mi fisso con una ricetta, la provo mille volte». A MasterChef Italia porta la sua idea di cucina «creativa e senza stress», si candida al programma credendoci veramente: «Ho sempre avuto un tarlo nella testa: il mestiere del cuoco. Ma chiaramente questo percorso non era contemplato dai miei genitori».

Gianni Marino – Bagheria (Palermo) 30 anni commesso negozio elettronica

Segni particolari: il completo, sempre scelto con cura. Gianni Marino, 30 anni, non esce mai di casa senza un look particolare e il capello a posto. Parla spesso in terza persona e regala perle di saggezza. Siciliano doc, è un ragazzo genuino, puro e di cuore, molto legato alla sua Bagheria e alla famiglia. È single, il grande amore della sua vita è nonna Franceschina, 84 anni: «Con nonna partiamo spesso insieme, qualche anno fa ce ne siamo andati in Spagna».

La sua è una vita semplice: mare, amici, buon cibo (e doppiopetti colorati). Lavora da otto anni in un negozio di elettronica, dice di amare il contatto col pubblico; è un ottimo venditore, tra un racconto e l’altro poi invita i clienti a «”La domenica Italiana”, cene di quartiere che organizzo con gli amici»: ovviamente lui è lo showman.

«La cucina forse è la passione più grande che ho, dopo lo shopping», dice. Un amore nato proprio grazie a «nonna Franceschina che mi ha tramandato i segreti della vera cucina calabrese e siciliana», tanto che oggi la sua cucina è ancora fortemente legata alla tradizione, con qualche accenno di rivisitazione.

Si candida a MasterChef Italia per mettersi in gioco e confrontarsi con chi ha una passione simile alla sua. Dice di essere competitivo e, sicuramente, orgoglioso: «Se una cosa non la so fare – spiega – non dormo la notte pur di farla meglio. Non mi piace arrivare secondo».

Una delle sue “perle di saggezza” sulla cucina? «Il segreto per cucinare qualcosa di buono è la fame – dice – Se tu hai fame e hai buon gusto, puoi cucinare bene. Io dico sempre che cucinare bene è difficile, ma lo è anche cucinare male».

Giulio Valtriani – Cecina (Pisa) 35 anni bagnino

Giulio Valtriani si descrive così: «Sono pisano del segno del Toro, uno dei peggiori nell’oroscopo. Io sono fortunato: ho due genitori fantastici e due sorelle che odio e amo». Insomma, Giulio è molto comunicativo, non bada a quello che dice, è senza filtri. Racconta di aver lasciato l’Università (era iscritto alla facoltà di Biologia) «perché non ero buono. Ma il mio babbo mi diceva che fino ai 30 anni c’era speranza, e infatti…». Infatti ha iniziato a lavorare come bagnino nello stabilimento balneare di famiglia (a Marina di Pisa) e, nel mentre, si è iscritto nuovamente all’Università, dove si è laureato, a 33 anni, in Scienze Motorie: «Sono orgoglioso di me», dice. Però, dovendo scegliere cosa vuol fare “da grande”, racconta: «Vorrei fare il cuoco, anzi no, vorrei entrare in modo prepotente nel mondo della ristorazione».

Giulio è un ragazzo molto emotivo e non lo nasconde, dice di piangere guardando i cartoni animati. Spaventato per la pressione che vivrebbe nella gara, a MasterChef Italia? «No dai, ce la farei». Si è iscritto a MasterChef Italia perché è super fan del programma.

Giulio, ragazzo puro, persona solare che è felice con poco e sempre positivo, vorrebbe proporre agli Chef la sua cucina: «Cose semplici, ma fatte bene – assicura – Come una bella aglio e olio come la farebbe mamma Gigliola».

Sostiene di essere bravissimo a sfilettare, prova a fare tutto «perché, come dice mamma, devi sempre prova’ a fa’, e poi lei mi dà le dritte».

Il suo obiettivo? Stupire lo Chef Cannavacciuolo: «Sono stato a Villa Crespi con i miei cognati – dice – Mi sono emozionato».

Ilaria Di Lelio – Roma 26 anni animatrice di bambini

Ilaria Di Lelio è nata a Roma ed è cresciuta con i nonni (i genitori si sono separati quando lei aveva solo 2 anni). Convinta fin da subito sulle sue passioni, ha frequentato un corso di laurea triennale in Design alla Sapienza, una magistrale a Napoli e un master a Roma. Ha una grande passione per la fotografia, sogna di poter diventare un giorno un direttore creativo.

Al ritorno a Roma dopo l’esperienza a Napoli, mentre viveva un brutto momento per la scomparsa dei nonni, ha deciso di pagarsi gli studi iniziando a lavorare come animatrice per bambini, una professione che le permette di stare a contatto con la gente e che «mi ha aiutato tanto anche a livello di autostima»: in queste occasioni, infatti, svolge

«vari laboratori, a volte mi travesto pure. Anche da Elsa di “Frozen”». Rimane ovviamente focalizzata sul suo obiettivo di vita ma questo lavoro le piace.

Durante gli anni del liceo ha avuto problemi alimentari, «vedevo il cibo come un nemico», racconta: ma questo le ha anche permesso di avvicinarsi alla cucina perché «non volevo che nessuno cucinasse per me». Incuriosita già da quando guardava la nonna cucinare, ha deciso di iscriversi a MasterChef Italia – che segue fedelmente da anni – perché vuole riuscire ad affrontare e superare tutte le sue paure: sogna da sempre di entrare nella Masterclass. Sostiene di essere troppo buona ma ama la competizione, «se ad armi pari, non corro contro un cavallo zoppo», afferma. Non teme gli altri aspiranti chef perché da brava studentessa è diligente e sa applicarsi, e inoltre assicura di avere «una memoria impressionante».

Jacopo (Jack) Canevali – Cesano Boscone (Milano) 26 anni content creator

Jacopo Canevali, per tutti Jack, ha 26 anni e una fanbase di 500 mila followers su TikTok. Si definisce content creator e social media manager, «non “influencer” perché non mi piace quella parola».

Dopo una infanzia serena, la separazione dei genitori cambia tutto: inizia ad andare male a scuola, diventa una «una testa calda, ma grazie ad una relazione intensa sono cambiato», racconta. Quindi finisce la scuola, e proprio mentre pensa di iscriversi a un corso di Fashion Design «all’improvviso, le cose cambiano nuovamente: un mio video diventa virale su Instagram», così inizia a fare il content creator per lavoro con un profilo da 100 mila followers di cui molte «ragazzine perché avevo una faccina pulita. Ero il classico “bel faccino” con la fanbase di 15enni. Ai tempi, un mio video faceva anche 3 milioni di views».

Da qualche anno si dedica alla creazione di profili social per aziende o brand: è stato in Australia, dove ha seguito le pagine social di una focacceria, e a Malta, dove ha collaborato con una Club House americana di content creators.

Mondo social a parte, si candida a MasterChef Italia perché la cucina è la sua passione più grande, «insieme a moda e Formula 1». Il suo sogno è quello di diventare un private chef e declinare i suoi profili social «verso il mondo della cucina, perché ormai il mio lavoro mi ha stancato». Il suo stile in cucina è «caotico perché amo mischiare sapori e ingredienti che arrivano da tutto il mondo». Si definisce «lunatico e sincero», non le manda a dire e dice sempre la sua.

Katia Bassolino – Marignanella (Napoli) 43 anni impiegata

La passione per la cucina, per Katia Bassolino, nasce da bambina: passava molto tempo con i nonni («mia madre non voleva farmi cucinare mai – dice – perché era fissata con la pulizia»), quindi grazie a Nonna Assunta impara le ricette della tradizione partenopea. Durante gli anni dell’università (studia Giurisprudenza) conosce Daniele: si innamorano, si sposano e lei inizia a lavorare come impiegata nella sua azienda che si occupa di recuperare e restaurare ville storiche. Oltre al lavoro, Katia segue la figlia Diletta che pratica equitazione a livello agonistico: «La accompagno a tutte le gare per spronarla», dice. Oltre alla cucina, un’altra sua passione è disegnare gioielli: «Ho sempre avuto una vena artistica che dovevo sfogare», racconta. Si definisce determinata e orgogliosa dei propri successi: «Se faccio qualcosa lo devo fare bene, non sono da mezze misure», afferma.

Ha frequentato diversi ristoranti stellati e ama gli chef partenopei come Peppe Guida, Gennaro Esposito e, ovviamente, Antonino Cannavacciuolo. «Io ho una faccia di bronzo – scherza – a volte entro senza dire niente a nessuno in cucina per congratularmi con gli chef». In cucina Katia ama preparare i piatti della tradizione napoletana apportando piccole modifiche che rendono le ricette personali: «La genovese la faccio anche di pesce con il tonno: tradizione sì, ma con innovazione nella preparazione». Negli anni si è esercitata su estetica e impiattamento, ma si è anche innamorata della panificazione. Il suo progetto post vittoria sarebbe quello di aprire una scuola di cucina.

Laura Tampellini – Gambara (Brescia) 29 anni disoccupata

Laura Tampellini inizia a lavorare subito dopo aver concluso il liceo artistico: metà giornata dà una mano nell’azienda di famiglia (settore ingrosso fiori e piante), metà invece fa la barista («mi piaceva fare i cappuccini con i disegnini», racconta). Preferisce la vita nel bar, quindi decide di approfondire le sue conoscenze con un corso di bartending che è costretta ad interrompere a causa della pandemia: «Mi sono quindi ritrovata a lavorare in un’azienda metalmeccanica, dovevo sollevare oggetti pesanti – ricorda – è stata una brutta esperienza perché essendo un ambiente molto grande ero considerata un numero».

Laura continua a provare ma non riesce a trovare una realtà adatta a lei, in più nello stesso periodo subisce la perdita della nonna e interrompe una relazione che portava avanti facendo la spola tra Brescia e la Sardegna. Decide quindi di riprendere le redini della sua vita ma, per farlo, sente il bisogno di provare a cavarsela da sola, quindi risponde a un annuncio per fare la cameriera stagionale a Marina di Bibbona (Toscana): qui ha la possibilità di curiosare in cucina e fare domande, così pian piano le cresce la passione che la porta fino a MasterChef Italia. Si è iscritta perché ormai è sicura di sé e ha capito che, dice, «tutti i limiti che mi ponevo sono sempre stati nella mia testa».

Laura è schietta e decisa, ora sogna di poter avere un programma tv in cui far conoscere le sue ricette alle persone ma soprattutto vuole scoprire, dopo tutti i lavori che ha provato a svolgere, se la cucina è davvero la sua strada.

Linda Mirabella – Torino 49 anni barista

Vulcanica, esuberante, vera: Linda Mirabella nasconde un po’ di insicurezza ed emotività ma è un osso duro. Il suo vero nome è Ermelinda ma, dice,

«Ermelinda è retrò». Cresce in una famiglia di odontoiatri, quindi non può non frequentare scuole con indirizzo odontotecnico: ben presto, però, scopre una passione per i cocktail, quindi inizia a lavorare come barista: «Gli abbinamenti mi vengono spontanei e quando sono arrabbiata apro il libro dei cocktail», racconta.

Nel tempo libero è una pugilessa («ora mi alleno, non combatto più», precisa), ha un passato da biker in sella (ha avuto una Ducati e una Harley «ma ora le ho vendute, cribbio»), e ha un unico credo, la fede granata: è infatti tifosa sfegatata del Torino, da anni ha l’abbonamento in curva («mi sono tatuata la scritta “Toro ti amo” sulla gamba e ho un armadio pieno di cose», dice).

Ha vissuto per qualche anno anche in Liguria dove sognava di aprire un suo chioschetto. Due anni fa si è separata dal marito, oggi lavora come segretaria in uno studio odontotecnico e vive con sua figlia. Nonostante le origini partenopee della famiglia, a tavola non cresce tra le tradizioni culinarie napoletane.

Voleva candidarsi a MasterChef Italia da tempo, «il programma mi piace, ogni volta metto in pausa e penso a cosa avrei fatto io», spiega. Si è convinta a iscriversi dopo aver incontrato Lavinia Scotto, componente della Masterclass di un paio di anni fa: «Le ho servito un drink, lei mi ha detto di iscrivermi a MasterChef Italia e mi è esploso il cuore, io credo nelle coincidenze».

Martina Buriani – nata a Pietrasanta (Lucca) vive a Dueville (Vicenza) 25 anni capocameriera

Martina Buriani è una ragazza non comune, per il vissuto e per le passioni che la caratterizzano. Si definisce «figlia di un minestrone di culture e provenienze»: è nata in Toscana «da una mamma italo-yemenita, la quale a sua volta è il frutto di una follia d’amore di nonna Gaby che è per metà tedesca; il mio bisnonno era un pilota d’aerei e quindi io, mamma, nonna e la mia bisnonna abbiamo viaggiato molto con lui e vissuto un po’ ovunque. Francia, Spagna, Kenya e Medio Oriente». Rifugio del cuore, in Italia, è l’ex convento dove è vissuta: «Quattro donne in un vecchio convento convertito vicino a Lucca, eravamo chiamate “le streghe” – dice – All’inizio ci stavo male, poi ho capito che la mia diversità è bella». Ha tante passioni: occulto, divinità antiche, mineralogia, tassidermia (l’arte della preparazione degli animali, in particolare dei vertebrati, per conservarne le spoglie a scopo espositivo e scientifico), collezionismo (soprattutto «orologi e camicie vintage, odio il fast fashion»), equitazione (che pratica a livello agonistico), sci e montagna in generale. Ha viaggiato molto «anche in solitaria: ho vissuto un mese in Eritrea e un mese in Giappone».

Ha iniziato a fare la cameriera quando aveva 17 anni: sempre in sala, anche a livelli importanti perché è stata chef de rang nel ristorante 1 stella Michelin Matteo Grandi in Basilicata. Il salto in cucina non lo ha mai fatto perché «forse non ho mai pensato di essere all’altezza. Ma ad oggi ti dico che vorrei aprirmi un posticino tutto mio a km 0 e prodotti naturali». La cucina di Martina è mediorientale, attinge poco dalla tradizione italiana, «anche se le basi posso dire di conoscerle».

Mary Cuzzupè – nata a Milazzo (Messina) vive a Millolongo (Bergamo) 30 anni manager risorse umane

Mary Cuzzupè ha origini siciliane, ma la famiglia è sempre stata in viaggio seguendo gli spostamenti del padre camionista: «Giravamo in continuazione, anche in Germania», racconta, finché non hanno deciso di stabilizzarsi in un piccolo paese in provincia di Bergamo.

Lavora da quando è giovanissima, dice di essere cresciuta in fretta; inizia come cameriera per poi intraprendere un percorso di crescita professionale che la porta a diventare una delle responsabili dell’azienda. A tal proposito, di sé dice: «Ho sempre voglia di crescere, sono una perenne insoddisfatta». Quando non lavora le piace allenarsi in palestra, «ma per non perdere tempo mi sono comprata gli attrezzi e l’ho costruita in casa».

Racconta di aver iniziato a cucinare durante la pandemia: mentre da una parte chiudeva la convivenza che stava vivendo, per evadere da quella situazione si dedicava ai fornelli. In realtà questa passione ha radici più antiche poiché, dice, «i miei genitori sono bravissimi e mio fratello ha fatto l’alberghiero per poi lavorare in uno stellato». Ora Mary coltiva il sogno di aprire un «eno-bistrot» in cui poter suggerire vini e cocktail da abbinare a piatti preparati personalmente da lei.

Nel 2023 ha scoperto di essere celiaca e questo ha avuto un’influenza sulla sua cucina perché ha dovuto imparare a trattare nuovi tipi di alimenti adatti alle sue esigenze pur continuando a cucinare anche con il glutine per amici e familiari. Si reputa competitiva e affamata di conoscenza: «Devo vincere e devo essere la migliore, ho potenzialità e devo farle vedere», racconta.

Alireza Reza Djebbelly – nato in Iran vive tra Roma e Parigi 56 anni consulente vendite

Alireza Djebbelly, per tutti Reza, ha vissuto fino ai 12 anni in Iran, suo Paese natale, poi si è trasferito a Parigi. Vive da solo da quando ha 18 anni. La sua vita cambia completamente dopo la laurea in Economia, quando inizia a viaggiare per l’Europa per lavoro ricoprendo diversi ruoli manageriali: «Ho viaggiato molto – dice – e questo mi ha permesso di imparare tanto sulle culture culinarie».

Nel 2002 si trasferisce in Italia per lavoro: «Sono arrivato a Roma e ho percepito lo stesso calore nelle persone che c’era in Iran, dopo un giorno mi hanno invitato a casa a cena mentre a Parigi davo del lei a chi viveva con me». Il suo trasferimento a Roma è durato fino a un paio di anni fa, quando ha dovuto far ritorno a Parigi («ma ho comunque la casa a Roma, faccio tre giorni qua e tre giorni là», dice).

Nella vita di tutti i giorni Reza ha quasi una “doppia personalità”: a lavoro è preciso e freddo, poi quando stacca non organizza niente, nemmeno i viaggi, si diverte a passeggiare, va al mercato e sceglie gli ingredienti con cui poi si diverte in cucina. «La cucina – racconta – è un mondo in cui mi isolo, dove posso sperimentare, voglio imparare il più possibile». Adora l’alta cucina, la paragona all’arte: «Quando ero giovane potevo permettermi un caffè del bar al mese, ora una volta al mese vado in uno stellato. Uno dei miei preferiti? Marco Martini, il suo modo di abbinare i cocktail è incredibile»

È risoluto e ambizioso, si presenta sicuro di sé ma rispettoso. Sulla Masterclass dice: «So di essere a un buon livello, ora l’obiettivo è andare avanti step by step, “wish the best expect the worst”».

Samuele Uva – Desenzano del Garda (Brescia) 19 anni disoccupato

Nato e cresciuto a Desenzano del Garda (in provincia di Brescia) da una famiglia pugliese, Samuele Uva ha 19 anni e una passione davvero viscerale per la cucina. Era un anno che aspettava di partecipare alle selezioni di MasterChef Italia, per lui era il sogno nel cassetto: lo scorso anno, infatti, si era ritirato dalla prima fase per conseguire il diploma all’Istituto Alberghiero. Nonostante questo non è rimasto«sul divano», ha lavorato «in un bar ma non ho messo piede in cucina. Per non rischiare».

Samuele è un ragazzo molto determinato ma il suo carattere deve ancora definirsi appieno; è solare, a modo, simpatico, dice che tende «a fare gruppo e ad essere un compagnone, nella classe di MasterChef Italia mi immagino così, direi la mia sì, ma forse non subito».

Quando parla di cucina trasmette realmente le emozioni che prova, definisce così il suo stile: «Abbastanza folle, cerco di costruire un piatto pensando alla sensazione che proverà il cliente. Un po’ come fa Antonino, cioè almeno credo faccia così. Crea felicità».

Samuele si definisce un “animale notturno”, pensa e ripensa a ricette e abbinamenti particolari e poi li annota nel suo quaderno segreto. Sperimenta molto, «ultimamente mi sto concentrando sulle frattaglie». Fa tanto sport, dal calcio al basket.

Simone Bazzali – Sospirolo (Belluno) 29 anni contadino

Simone Bazzali nasce nel bellunese dove vive con i suoi genitori e il suo inseparabile cane pastore Nashira. Ha passato l’infanzia in campagna, accompagnando il nonno a raccogliere erbe selvatiche e giocando con il fratello minore e gli animali da cortile: «Siamo sempre stati una famiglia ‘’rustica’’ – spiega – Mio nonno mi racconta che già a 4 anni cercavo di trasformare in orticello ogni spazio libero del nostro giardino». È ottimista e pragmatico: nonostante volesse studiare Agraria, opta per un percorso da perito chimico grazie al quale trova subito lavoro in un’azienda di occhiali. Il giudizio sul lavoro però non è positivo: «Era alienante – dice – e non creativo, però mi ha insegnato cosa non voglio fare nella vita, anzi mi ha stimolato ancora di più a trovare una nuova strada il prima possibile».

Lascia presto il lavoro e approda sui social con la sua pagina legata all’agricoltura e all’allevamento: «Volevo aprire la mia azienda ma era ancora presto – racconta – quindi ho pensato di costruirci sopra una narrazione». La pagina ha successo, tanto da permettergli di fare il salto definitivo: «Volevo essere felice del mio lavoro e avere la libertà di farlo a modo mio – spiega –. Ho affrontato tantissimi problemi, specialmente per un ragazzo di 25 anni che non aveva nessun parente o amico già attivo nel settore»; oggi, a 4 anni dalla sua apertura, può contare su 4000 m2 di terreno coltivato, tantissime varietà di ortaggi, più di 100 tra polli e galline, e ha da poco avviato i lavori per costruire un agriturismo sul suo terreno. In tutto questo, MasterChef Italia rappresenta un aiuto concreto nel riuscire a realizzare questo sogno.

Simone Grazioso – La Morra (Cuneo) 35 anni imprenditore edilizia

Nato e cresciuto ad Alba, nel cuore delle Langhe, Simone Grazioso ha origini siciliane e un carattere espansivo e carismatico. È sicuro di sé e del suo percorso: sostiene di essersi guadagnato tutto quello che ha. Definisce la sua famiglia d’origine «umile e unita»: cresciuto con nonna Maria, ha lasciato casa a 24 anni. Indipendente e dinamico, ha giocato a calcio in serie D e lavorato come postino e operaio. Oggi ha un’impresa edile tutta sua insieme a tre amici soci.

Si definisce ambizioso, trasparente e diretto, spiega di amare «la bella vita perché me la sono sempre guadagnata da solo». La sua vita è come organizzata come se avesse in mente un file Excel in cui tutti i calcoli portano a un risultato ben preciso: «Ho un vulcano dentro, ma agisco con pazienza e strategia. Solo così si punta alla vittoria». dice.

La cucina è la sua più grande passione (insieme a palestra e cross fit), sogna da tempo di partecipare a MasterChef Italia e, anzi, è sicuro di vincerlo. La sua idea di cucina è «ricercata e moderna, con qualche richiamo al mondo fusion». Sostiene di essere molto preparato tecnicamente.

Il suo Chef preferito è Cannavacciuolo: «Mia moglie mi ha offerto una sola cena in vita mia. Da Antonino. Un vero onore».

LE RISERVE DI MASTERCHEF 14

Pino Iacobbe – nato a Bari vive a Miglianico (Chieti) 61 anni falegname

Giuseppe Iacobbe è «Pino per gli amici»: 61 anni, fa il falegname da tutta la vita. Energico e sempre in movimento, il suo percorso lo rispecchia appieno: nato e cresciuto a Bari, a soli 17 anni lascia la sua città per inseguire l’amore, una ragazza del Veneto; vive lì per 12 anni («Nel sangue sarò pure pugliese, ma il Veneto ce l’ho nel cuore e nella voglia di lavorare», scherza); poi conosce un’altra donna abruzzese e si sposta lì («Posso dire? Che cavolata che ho fatto!»). Nel frattempo, altre relazioni, altre storie da raccontare, soprattutto diventa padre di due figli (da due donne diverse) che oggi hanno 28 e 14 anni.

È, evidentemente, pieno di vita e mette entusiasmo in tutto ciò che fa, ha tanti hobby: judo, pesca, musica, l’orto, la cucina. I sapori di Giuseppe sono semplici, sinceri e tradizionali, «mischiano Puglia, Veneto e Abruzzo». La sua però non è una cucina grezza, sottolinea che frequenta ristoranti stellati (anzi, garantisce di aver cenato in tutti gli stellati d’Abruzzo): «Sono amico di Peppino Tinari e vado anche da Niko Romito. I soldi meglio spesi sono quelli per il cibo». Dice di essere bravissimo a sfilettare, se la cava anche sulla pasta fresca («Faccio tutto, tranne il tortellino: quello è arte e devi avere il mignolo piccolo per farlo»).

Si è candidato a MasterChef Italia perché «mi sono stufato di lavorare e voglio dedicarmi alla cucina». Determinato, Pino ha le idee chiare e pensa di arrivare lontano: «Sicuro io arrivo tra i primi dieci».

Sara Ferretti – Bacoli (Napoli) 26 anni modella

Sara Ferretti nasce a Castellamare di Stabia ma ha sempre vissuto a Secondigliano. Dopo il liceo Classico, «che scelsi perché nonna insegnava Lettere e Filosofia alla Federico II», decide di dedicarsi interamente alla professione di indossatrice «perché anche papà da giovane faceva anche il modello attore», quindi ha voluto seguire il suo percorso. Già da quando aveva 16 anni, oltre ai servizi fotografici, fa la DJ nei locali notturni. Sara si ritrova così, a 19 anni, a Milano. «Avevo il carattere giusto per fare la modella, non solo la bellezza», racconta. Ma a Milano tutto cambia: ci resta solo due anni, «quelli che sono bastati a farmi cambiare lavoro» perché, spiega, «a me piace tantissimo la moda, ma credo che oggi giorno il canone estetico sia sempre più sbagliato». Tornata a Napoli, inizia a lavorare per uno showroom di moda come venditrice, esperienza che durerà per un anno e mezzo. Si è presentata ai casting di MasterChef Italia con l’intento di dedicarsi completamente a questo percorso, perché la cucina è la sua più grande passione, oltre alla moda, alla musica e alle moto. la cucina. Anche la cucina è un elemento che la lega al papà: «Lui però è un tradizionalista puro, io invece sperimento di più», dice.

Confessa di aver mandato la candidatura dopo la Masterclass fatta a Milano con Edoardo Franco, vincitore un paio di stagioni fa: «È stato un regalo del mio fidanzato, quando sono tornata a casa mi sono detta: perché no?».

Si ringrazia Ufficio Stampa SKY MasterChef

MasterChef 14: concorrenti e interviste aspettando finale e  vincitore – MasterChef Italia 2025