È di questi giorni la notizia della chiusura delle indagini sulla morte di Luana D’Orazio – comunicato
Prato – L’apprendista, morta il 3 maggio scorso, è stata agganciata ed inghiottita dall’orditoio dove lavorava perché privo della saracinesca di protezione. Le indagini hanno confermato che il sistema di sicurezza era stato staccato e manomesso.
Quando Luana D’Orazio è stata agganciata e inghiottita, l’orditoio, privo della saracinesca di protezione, girava a velocità sostenuta e si è fermato solo quando qualcuno che era lì vicino ha staccato l’interruttore.
Una ulteriore anomalia è stata evidenziata dall’ingegnere Carlo Gini, a cui la procura ha affidato il compito di esaminare il macchinario per ricostruire la dinamica dell’infortunio: ” la presenza, al sistema di comando, di una staffa sporgente a cui l’operaia sarebbe rimasta attaccata con la manica della maglia e, da qui, risucchiata dagli ingranaggi. Sarebbe questo il motivo per il quale, durante le indagini, si è parlato a più riprese dell’abbigliamento che la giovane indossava il giorno della tragedia, abbigliamento – è stato detto – non conforme alla mansione che, invece, avrebbe richiesto un camice attillato, privo di lembi svolazzanti proprio per evitare il rischio di impigliamento con le parti in movimento del macchinario”.
Infine la guardia di finanza, su mandato della Procura, ha lavorato diverse settimane stabilendo,l che a saracinesca alzata l’orditoio avrebbe incrementato la sua produttività dell’8 per cento senza però riuscire a dire se e di quanto sarebbe aumentato il fatturato.
Quello che è accaduto a Luana D’Orazio è tristemente la “normalità” in Italia: i dati sui controlli effettuati evidenziato che la stragrande maggioranza delle aziende non è in regola in tema di sicurezza. A questo si aggiunge la diffusione, impressionante del lavoro irregolare (solo a Prato a agosto fu fatto un controllo da parte dell’ispettorato del Lavoro che ha trovato tutte le aziende controllate fuori regola) e l’uso scorretto dei contratti di apprendistato, troppo spesso fatti per ridurre il costo del lavoro e non per formare ed avviare al lavoro.
Serve un cambio di passo investendo in personale per i controlli nelle aziende, serve dare uno stop all’uso indiscriminato dell’apprendistato e dello sfruttamento.
È necessario potenziare il personale amministrativo e il numero dei magistrati nei Tribunali, specialmente quello di Prato che è sotto organico da sempre.
Serve lavorare ad una proposta di legge che introduca in tema di sicurezza, infortuni e morti sul lavoro una corsia preferenziale per le indagini ed i processi sulla scorta di quello che è stato fatto con il codice rosso per i reati contro le donne.
comunicato Sinistra italiana Prato