Pistoia Anno Santo Iacopeo 2021: Il 9 gennaio l’apertura della Porta Santa della Cattedrale

Un evento particolare e atteso questo Anno Santo Iacopeo 2021, che oltre che coinvolgere come da tradizione Santiago, unisce anche Pistoia e la reliquia di San Jacopo o meglio San Giacomo apostolo, conservata nella cattedrale della città toscanaAspettando l’apertura della porta Santa della Cattedrale, prevista il  9 gennaio 2021, ecco la lettera scritta dal Vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, scritta per  di inizio Anno Santo Iacopeo.

Una lettera pastorale per spiegare le ragioni e le profonde motivazioni che stanno alla base dell’attesa per l’Anno Santo. Con  un cammino di sette tappe,  anche e in particolari interiori, verso il punto di arrivo per i credenti : l’incontro con Gesù.

Anno Santo Iacopeo 2021 a Pistoia: la lettera del Vescovo Fausto Tardelli

L’emergenza sanitaria pone e porrà sicuramente delle  limitazioni ai pellegrinaggi e al movimento dei fedeli, in ogni caso  l’Anno Santo Iacobeo 2021 è una occasione di riflessione e conversione per tutti.

Ricorda  il vescovo Tardelli che  «siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe ad entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio qui che sta il senso di un anno santo. Questo può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione; per riporsi le domande di fondo sulla vita».

«Vedo sempre più urgente ritrovare una fede viva, sentita, personale, gioiosa e missionaria – ha scritto il vescovo di Pistoia –. È necessario rivitalizzare le comunità parrocchiali perchè siano meno burocratiche e più calde di fraternità e di corresponsabilità; perché ci siano più spazi di familiarità aperta all’accoglienza fraterna. Vedo inoltre la necessità di una maggiore attenzione ai problemi del territorio, al mondo del lavoro, della cultura, dei giovani, al mondo del disagio e della sofferenza; in sostanza, di un dialogo più attento con la società, anche in chiave missionaria e di annuncio della novità del regno di Dio. Infine, mi pare necessario imparare a camminare insieme. La diocesi è fatta di popoli e territori diversi e fa fatica a pensarsi come un insieme, anche a motivo di una accentuata tendenza all’individualismo delle parti».

Continua ancora mons. Tardelli: «Vedo ancora,  potrei dire sogno, una chiesa che si radica sull’essenziale. Che seppur si dovesse ridurre nei numeri, acquistasse in capacità attrattiva per la gioia e l’amore che vi si respira. Una chiesa più missionaria, composta da persone che sanno essere lievito di speranza in mezzo agli altri e non smettono di annunciare il vangelo con le parole e con le azioni, sull’esempio dell’apostolo Giacomo. Tutti questi sono alla fine i frutti che ci dobbiamo attendere da questo anno santo».

Il vescovo  di Pistoia continua quindi  nel suggerire un cammino personale e di riflessione che si snoda in sette tappe. «Il “cammino” che propongo si può compiere anche in famiglia o nel chiuso della propria camera – ha affermato –,  ogni tappa può collegarsi ad un luogo sacro diverso oppure muoversi per le strade di Pistoia, seguendo un percorso che va da una chiesa all’altra per concludersi in Cattedrale davanti all’altare di San Giacomo. Un cammino interiore che, alla scuola dell’apostolo Jacopo ci faccia “pregare, ripensare e continuare ad amare”.»

«Che ci faccia innanzitutto pregare di più e più intensamente, ascoltando con maggiore attenzione la parola di Dio e invocando con convinzione il dono dello Spirito Santo – il suggerimento di mons. Tardelli -; che ci faccia anche ripensare a tutta la nostra vita e al nostro modo essere e di rapportarci con Dio, con gli altri, col mondo e con noi stessi; infine che ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressato del nostro prossimo».

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